
Iniziò il 10 maggio 2006 l’avventura giudiziaria di Michele Padovano, ex attaccante della Juventus, che fu arrestato con il suo amico d’infanzia Luca Mosole ritenuto finanziatore di un traffico internazionale di hashish. Da allora due gradi di giudizio con una condanna a sei anni e otto mesi di reclusione inflitta a Torino per reati di droga: oggi la Cassazione annulla la condanna ritenendo che sarà necessario un nuovo passaggio davanti ai giudici del capoluogo piemontese. Gli avvocati di Padovano, Michele Galasso e Giacomo Francini hanno così commentato la pronuncia della Cassazione. «Padovano — affermano — è stato distrutto da questa storia. Dopo la fine della carriera come giocatore avrebbe voluto restare nel mondo del calcio, ma non ha potuto perché, nonostante continuasse a essere benvoluto da tutti, aveva su di sé questa pendenza. Ora confidiamo nel buon esito finale”.
Michele Padovano, iniziò la sua carriera sotto la guida di Gianni di Marzio al Cosenza, poi l’ascesa verso il Pisa e nel 91/92 nel Napoli di Careca e Zola con Ranieri in panchina. Nel 95/96, approdò nella sua Torino con la maglia bianconera. Poi nel ‘98, appese le scarpe al chiodo, iniziò i primi passi come dirigente sportivo.
