
Quanti titoloni e quante analisi per commentare il tonfo del Napoli: sarebbe stato sufficiente leggere negli occhi di Mertens e Koulibaly accomodati in tribuna del Maradona per capire ciò che Gattuso ha provato a spiegare. Irriconoscibile il belga che non appariva certamente frizzante e sorridente; occhi di dolore quelli di Koulibaly. Ma tant’è; uno scivolone non previsto dove, ancora una volta, un arbitro ha valutato in senso unico. Ciò non assolve il Napoli che, di livello tanto superiore, come ha dichiarato Vincenzo Italiano, ha costruito un numero indecente di palle gol per finalizzare l’unica “sporca”. Ora la peggiore conseguenza non è quella di guardare la classifica, quanto porre in stato d’accusa Rino Gattuso. Così, per sgombrare ogni dubbio, il rinnovo del contratto troverebbe una firma il prossimo 1° febbraio. Ne ha parlato ieri, a radio Kiss Kiss, Ciro Venerato che ha riferito: “In giornata gli studi legali hanno ripreso a sentirsi e c’è la volontà di entrambe le parti a chiudere presto la questione con un annuncio per spegnere le varie indiscrezioni. Il Napoli ribadisce piena sintonia tra il presidente Aurelio De Laurentiis e il suo allenatore” .
Acqua sul fuoco mentre non si placano le critiche e anche le accuse in ordine sparso a Gattuso, rigido nell’insistere con quel centrocampo a rischio; a Giuntoli e a De Laurentiis che non hanno saputo gestire il caso Milik; ai giocatori che cincischiano in crisi confusionale.
Tuttavia sarebbe un harakiri mettere alla porta Gattuso che sta “crescendo” insieme con i suoi uomini: ma anche un allenatore al di sopra di ogni sospetto, dovrebbe cercare consiglio nel cuscino di beniteziana memoria e desistere dal veleno, dall’annusata, dal furore. Tutti ricordano Gattuso che inveiva contro Hamsik con impeto che è quello che ha saputo dare in intermittenza alla squadra, ma dopo un certo percorso, è giusto deporre l’ascia di guerra e diventare cecchini. Un pizzico di Sarri, un pizzico di Ancelotti, un pizzico di Gattuso non assicurano semplicità.
