
E’ più di una sconfitta. Il Napoli ha certificato la crisi di una squadra con poche idee e senza automatismi. Anche contro l’Atalanta, gli azzurri hanno concluso la partita stremati senza che la foga abbia senso. Gattuso, ai microfoni di Rai Sport sembrava un automa : “Ci sono meccanismi da migliorare. Si gioca ogni tre giorni e non si può preparare una partita.” Un refrain che è sembrato stucchevole dopo aver perso una partita con i soliti errori.
Inizia la gara e nei primi 16 minuti si tocca con mano “la difesa bucata” di un Napoli che fino a un mese fa era la migliore della serie A. Al 10° la palla a Zapata, fuori area, che ha il tempo di controllare, girarsi e fulminare Ospina; 16° Gosens in area per Zapata, tocco per Pessina che solo davanti a Ospina può tirare come a bigliardo. E dopo i due gol, il Napoli si dimena, rischiando anche di prenderne altri due. Si è capito che i moduli per Gattuso non contano perchè non sono studiati proprio in quei meccanismi che vanno migliorati.
Nel secondo tempo, il Napoli sembrava più aggressivo e l’Atalanta ha temuto: il Napoli sembrava più convinto e da un’insistita azione è arrivato il gol di Lozano che di fatto riapriva la partita. A quel punto, un Napoli rivitalizzato aveva 40 minuti a disposizione per segnare quel gol che gli avrebbe consegnato la finale. Non è accaduto, anzi al 78° si sono spente le luci con il gol di Pessina, ed ora si devono tirare le somme per far chiarezza: Gattuso deve riconoscere i propri errori soprattutto tattici perchè squadra non significa soltanto essere uniti, ma significa giocare senza palla: ogni giocatore deve sapere a chi passare la palla; deve sapere quando impostare; deve sapere chi trova su quella mattonella.
Ed è venuto il momento che anche il Presidente De Laurentiis confermi o esoneri Gattuso senza altre attese. A soffrirne è il Napoli tra la rassegnazione del tecnico e l’attesa del presidente.
