
Si torna in campo, dopo il riposo concesso ieri da Gattuso per preparare la partita che sembra facile facile, ma non per il tecnico che per ben due volte è andato k0 proprio con il Parma. Il timore è che il Napoli, ancora una volta, possa incontrare una squadra votata al sacrificio che non vince da 10 giornate.
E per Gattuso inizierà quel lungo periodo di osservazione che può essere estremamente stressante quando si guarda soltanto il risultato.
Con Napoli-Parma inizia il nuovo ciclo terribile dovendo affrontare nei mercoledì infrasettimanali, l’Atalanta per poter accedere alla finale. Da Napoli-Parma a Genoa-Napoli, passando per le due gare di semifinali, per poi incontrare la Juventus. Brividi a pensarci che solo uno “cazzuto” come Gattuso può affrontare. E in un momento così difficile, l’onestà intellettuale del tecnico è la vera e unica garanzia.
E’ opinione diffusa che a fine anno sarà divorzio, ma intanto un contratto che attendeva solo d’essere firmato, langue in un cassetto o meglio, è chiuso in cassaforte. Un qualunque allenatore potrebbe pure mollare anche inconsciamente affidandosi alla cabala del ‘finchè dura’. Viceversa Gattuso, che mai si sarebbe dimesso avendo “buttato il sangue”, va avanti con le forze che (non) ha e che non gli consentono quel turnover con una rosa non più così ampia.
Anche la questione modulo con un centrocampo a tre o a due, viene smontata dal tecnico che parla sempre di fase di possesso o non possesso, ma è pur vero che alcuni appunti sono stati suggeriti anche da Roberto Mancini che ha notato alcune note stonate perché i numeri del modulo sono conseguenza dei ruoli da ricoprire.
Ma il vero problema d’ora in avanti sarà la mancanza del contratto non depositato in lega: un filo pendente come fu per Sarri e com’è per tanti giocatori che restano nell’attesa com’è per Hysaj e Maksimovic in scadenza.
Il progetto Napoli in questo momento deve rispondere al ‘carpe diem’ perché non può permettersi il lusso di guardare molto lontano. Con Gattuso sostenuto dalla squadra però è legittimo osare.
